Maurizio Garzoni
Maurizio Garzoni (Torino, 2 dicembre 1734 – 1804) è stato un prete domenicano italiano e missionario in Kurdistan, considerato il "padre della curdologia" grazie alla sua edizione della prima grammatica curda.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Maurizio Garzoni nacque il 2 dicembre 1734 a Torino.[1][2] Prese i voti e fu ordinato sacerdote nell'ordine domenicano presso il monastero di Santa Sabina a Roma il 26 novembre 1754.[1][3]
Fu inviato in missione apostolica a Mosul nel 1762,[4] dove fu nominato prefetto della missione domenicana dal 1770 al 1781. Nel 1782 contrasse un'infezione agli occhi e fu costretto a tornare in Italia per evitare di diventare cieco. Tornò a Mosul nel 1786 dove rimase per altri due anni prima di tornare in Italia.[1]
Il "Padre della curdologia"
[modifica | modifica wikitesto]Durante i suoi diciotto anni di missione in Kurdistan, trascorse molto tempo nella città e nella regione di Amadiya, popolata da curdi musulmani, curdi yazidi, ebrei e cristiani assiri e nestoriani. Osservò che la lingua araba, presente nella città di Mosul e in alcuni villaggi circostanti, era poco utilizzata nella regione di Amadiya. I nestoriani parlavano caldeo o assiro, i giacobiti un dialetto siriaco e gli armeni la lingua armena. Per contro, tutti gli uomini cristiani parlavano il curdo, che costituiva quindi la lingua di comunicazione tra i musulmani e le varie comunità cristiane.[1]
Basandosi sul dialetto Kurmanji parlato ad Amadiya, pubblicò a Roma, nel 1787 l'opera intitolata Grammatica e Vocabolario della Lingua Kurda,[5][6], sancendo l'originalità della lingua curda, che fino ad allora era considerata un dialetto persiano.[7] Il suo lavoro comprendeva un dizionario italo-curdo di circa 4.600 vocaboli.[8]
Scrisse anche una nota sugli yazidi.[9][10]
Garzoni fu il primo ricercatore a prendere scientificamente in considerazione l'originalità della lingua curda.[7] Per tale motivo è considerato il "Padre della curdologia", il pioniere dei grammatici curdi e "precursore nello studio delle lingue orientali".[1][11][12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Mirella Galletti, Traces of the Kurds and Kurdistan in Italy and Rome, collana Bibliothèque (électronique) de l’IFEA, Institut français d’études anatoliennes, 18 gennaio 2018, pp. 63–79, ISBN 978-2-36245-068-6.
- ^ Bernardini, Bianco, 2018, p. 113.
- ^ Bernardini, Bianco, 2018, p. 109.
- ^ (EN) Encyclopaedia Iranica Foundation, Welcome to Encyclopaedia Iranica, su iranicaonline.org.
- ^ (EN) Philip G. Kreyenbroek e Stefan Sperl, The Kurds: A Contemporary Overview, Routledge, 17 agosto 2005, p. 156, ISBN 978-1-134-90766-3.
- ^ Maurizio Garzoni, Grammatica e vocabolario della lingua Kurda, Stamperia della sacra Congr. di progag. fide, 1787.
- ^ a b Pier Giorgio Borbone, Alessandro Mengozzi e Mauro Tosco, Linguistic and oriental studies in honour of Fabrizio A. Pennacchietti, Otto Harrassowitz Verlag, 2006, p. 292, ISBN 978-3-447-05484-3.
- ^ Luciano Rocchi, Gli elementi turco-ottomani nel Vocabolario italiano, e kurdo di Maurizio Garzoni (1787) e la loro importanza storico-documentaria (PDF), su openstarts.units.it, Università degli Studi di Trieste, p. 232.
- ^ Oriente moderno: rivista mensile d'informazioni e di studi per la diffusione e la conoscenza dell'Oriente, sopra tutto musulmano, vol. 58, Istituto per l'oriente., 1978, p. 577.
- ^ James Morier, Ayesha o la vergine di Kars. Romanzo turco contemporaneo. Versione di Francesco Cusani, Pirotta, 1837, p. 103.
- ^ (FR) Angelo De Gubernatis, Matériaux pour servir à l'histoire des études orientales en Italie, Firenze-Roma-Torino, Loescher, 1876, p. 305.
- ^ Basile Nikitine, Shamdînân, EI, vol. 1, no IV, 1934
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo Luca Bernardini, L'invenzione del Kurdistan moderno. I missionari domenicani italiani nella regione tra Sette e Ottocento. Co-author with Elisa Bianco, in Quaderni di Minerva, 1º gennaio 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 20020326 · ISNI (EN) 0000 0000 6127 2721 · BAV 495/146290 · LCCN (EN) n2018050033 · GND (DE) 1157821960 |
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